Prima tappa: Lesina – Foce Varano [Video-diario]

 

Viaggiare lungo la costa pugliese, per mare, in pedalò. Guardarla da un punto di vista nuovo, circondato dalle onde, dotato di nuovi sguardi. Per molti giorni quest’idea è rimasta in attesa di concretizzarsi, è rimasta un buon proposito che doveva ancora compiersi. Ma il tempo, si sa, trascorre in fretta ed è presto arrivato il giorno in cui l’idea si è concretizzata, in cui il progetto di Apulia Slow Coast si è trasformato da parole in fatti.

Data della partenza, segnata su calendari e agende, il 25 agosto. Il pedalò è a Marina di Lesina già dal giorno prima e con lui anche Michele, ideatore del progetto e pedalatore designato a compiere l’originale impresa. La vigilia del viaggio è un tumulto di emozioni e di domande: Ci siamo. Domani salirò a bordo di questo pedalò e avrò chilometri di mare davanti a me. La consapevolezza della partenza imminente si carica al tempo stesso di gioia, orgoglio, grinta, ansia, preoccupazioni, dubbi. Come andrà il viaggio? Il mare, le correnti, le onde e i venti mi saranno favorevoli? Sarò un navigante fortunato? Quante persone, storie e vite saliranno con me a bordo di questo pedalò? Che cosa mi regaleranno?

Tra questi interrogativi silenziosi e gli ultimissimi preparativi, la vigilia della partenza scorre via in fretta. Arriva il giorno fatidico.

La sveglia di Michele suona severa alle cinque e mezza del mattino e meno di due ore dopo lui sale sul pedalò. Le sue gambe muovono le prime pedalate e tutto si fa reale: si parte! Alle sette il pedalò di Apulia Slow Coast salpa dal lago di Lesina, diretto verso il mare aperto. Nel petto di Michele scoppia l’emozione, accompagnata da tutta l’energia che gli hanno trasmesso, il giorno prima, le persone che lo hanno incontrato e conosciuto, che lo hanno contagiato con il loro genuino trasporto.

Il pedalò a Lesina

Il passaggio dal lago di Lesina al mare aperto e le prime pedalate tra le increspature marine sono uno spettacolo per gli occhi, cui arriva subito la bellezza di una costa incontaminata. Ma lo spettacolo non è destinato a durare a lungo. Ben presto emergono tutte le contraddizioni di quella terra bellissima che è il Gargano, dove paesaggi mozzafiato vengono presto abbruttiti dal più sfrenato abusivismo edilizio. Pedalando, si dipana davanti allo sguardo di Michele una folle alternanza di natura rigogliosa e ferite inferte dall’uomo con il suo sconsiderato intervento. La lentezza con cui si muove il pedalò (Sono i miei polpacci ancora intorpiditi o è il mezzo così lento?) concede a Michele tutto il tempo per riflettere su quello che la costa gli racconta.

Le riflessioni ben presto devono lasciare spazio alle conversazioni: a bordo del pedalò, Michele fa salire i primi ospiti di Apulia Slow Coast. Il primo fortunato copilota del viaggio è Guido Pietrolungo, esperto di cetacei e impatti ambientali, cui segue Antonio Dembech, dei Cicloamici di Foggia. La pedalata in loro compagnia è un’eruzione di parole e di scoperte. Mare, fauna marina, ambiente, sostenibilità, mobilità: si parla di questo e di molto altro, facendo insieme il punto di una situazione difficile da immortalare.

All’incirca alle dodici, la pioggia sorprende Michele e il pedalò a Varano, costringendo entrambi a una pausa che si rivela lunga e snervante: Non oggi, non il primo giorno, non la pioggia.

La pioggia costringe lo staff di Apulia Slow Coast ad una riunione operativa

La pioggia costringe lo staff di Apulia Slow Coast ad una riunione operativa

Fortunatamente, il tempo capriccioso torna ben presto a farsi sereno. Il viaggio riprende e Michele ha la possibilità di incontrare il terzo ospite della giornata: Domenico Sergio Antonacci, blogger di Amara terra mia. La chiacchierata con Domenico è lunga e interessantissima e restituisce a Michele un ritratto a vividi colori di una terra che lui, di origini campane, fino a non molti anni fa conosceva appena.

Le chiacchierate a bordo del pedalò sono come delle immersioni in acque alte: in quei minuti sei una cosa sola con quello che ascolti, lo assorbi e lo fai tuo. Finché qualcosa non ti riporta al qui ed ora della realtà. Quel qualcosa può essere, ad esempio, un cumulo di alghe che intralcia l’elica del pedalò. Un nuovo imprevisto si frappone tra Michele e la sua meta e il pedalatore è nuovamente costretto ad una pausa. Sceso dal pedalò per risolvere il problema, torna a fargli visita una vecchia, indesiderata, conoscenza: il mal di schienaNon oggi, non il primo giorno, non il mal di schiena. Non importa quanto allenamento tu abbia fatto prima dell’impresa: il corpo non è una macchina perfetta e ha i suoi punti deboli. Questo è il mio, ma non devo lasciare che abbia il sopravvento. Non il mal di schiena, non la pioggia, né un insidioso cumulo di alghe mi impediranno di proseguire. E così è.

Risolto il problema tecnico al pedalò, il viaggio riprende. Intanto, le luci del giorno si vanno spegnendo, in questa domenica di fine agosto che già sembrava interminabile. Con il sopraggiungere della sera, Michele trova chiuso il canale che lo avrebbe condotto alla Lega Navale di Foce Varano. A causa del canale chiuso e del buio imminente, lo staff di Apulia Slow Coast che fedelmente segue Michele nella sua impresa è costretto a trainare il pedalò via terra per gli ultimi pochi chilometri che lo separano dalla sua destinazione. Basta pedalare, per oggi. Si riprende domani da Foce Varano a Vieste.

La giornata volge a termine, ma le emozioni e le domande non sembrano volersi placare e nel petto di Michele c’è ancora un gran tumulto.

Fotogallery (clicca per ingrandire):

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